Amiche e amici, tornati dalle fatiche del Lucca Comics, ci siamo trovati catapultati in un novembre che ci presenta un duo di sequel Marvel da vedere, talvolta apprezzare, ed altre invece analizzare con più cinismo.
Stiamo parlando della seconda stagione Loki e di The Marvels, secondo capitolo dedicato a Captain Marvel.
Dopo dei brevi convenevoli di rito, passeremo rapidamente ad un’analisi succosa e spoilerosa di ciascun prodotto, con considerazioni e impressioni personali. Alla fine vi svelerò anche perché ho voluto parlare insieme di questi due progetti, perciò se non avete ancora visto questa serie e questo film e siete intenzionati a farlo, questo non è proprio l’articolo per voi.
The Marvels
Nel secondo capitolo cinematografico a lei dedicato, Brie Larson, aka Captain Marvel. si trova a capo di una squadra improvvisata, formata da delle sue “varianti”… ah, no… scusate… delle sue fan… ah no, neanche…
Vabbè…. se non avete visto WandaVision e Ms. Marvel non saprete chi sono le co-protagoniste del film, ovvero Monica Rambeau e Kamala Khan. I loro poteri, collegati per qualche strano motivo, si intersecano e mischiano perché l’eroina di tutto l’universo decide di toccare “un’anomalia luccicosa e misteriosa” (giuro, sto citando il film). E devono sconfiggere la Cattiva.exe che vuole rubare le risorse a dei pianeti per salvarei il proprio, morente “per colpa” di Captain Marvel (anche se non ci viene spiegato davvero il perché).
Un film frenetico e spezzettato, divertente e leggero come un video di tiktok e che come tale non lascerà alcuna traccia di sé, come la maggior parte dei film MCU.
Il ritmo è a rotta di collo. Le protagoniste si scambiano e si riscambiano di posto milioni di volte, e quando non sparano raggi dalle manine, saltano una corda per allenarsi, ma la realtà è che tutto DEVE essere velocissimo, come un vocale ascoltato al X2. Nota bene, questo è probabilmente voluto, altrimenti, se il film desse tempo al pubblico di accendere il cervello, ci si renderebbe subito conto che: 1) Nick Fury viene usato come spalla comica, uno zio rincoglionito dai gattini; 2) gli “alieni” sono tutti umani, ignorando qualsiasi buona reference di flim “cosmici” o anche solo la lezione dei film di James Gunn; 3) la cattiva poteva essere sconfitta ad inizio film con due ceffoni da chiunque; 4) la scena da musical Disney è talmente ridicola da lasciare sgomenti; 5) lo scrupolo di coscienza che Carol aveva sul groppone da anni e anni era anch’esso risolvibile in 30 secondi netti, un attimo prima che Monica, sua nipote putativa, si perda nel multiverso, sacrificandosi per salvarlo.
Quindi, meglio vedere tutto a velocità raddoppiata ed uscire dal cinema confusi, con i dubbi che ci assalgono dopo, in macchina o al letto, prima che il film scompaia per sempre dal nostro cervello.
Unica salvezza: la giovane Ms. Marvel, alias Kamala Khan alias Iman Vellani, che ama questo mondo e ci crede davvero, tant’è che è l’unica a bucare lo schermo. Potere ai giovani, e nella prima scena post credit la vediamo mettere su un nuovo embrione di Avangers.
Nella seconda scena, vediamo invece Monica dispersa in un nuovo universo dove ci sono gli X-Men… Ma davvero può bastare per lasciare il pubblico con il fiato sospeso? A mio parere no. Non più, almeno.
Loki
La prima stagione di Loki si concludeva con l’uccisione di Colui Che Rimane, una versione di Kang che aveva creato la TVA e manteneva il controllo sulla “sacra linea temporale” in modo che lui potesse rimanere alla fine del tempo e governare. Con la sua dipartita e il prosperare di linee temporali, la TVA è in pericolo perché non riescono a gestire le linee temporali. Nella seconda stagione sta quindi a Loki e Moebius con l’aiuto di Ouroboros provare ad aggiustare le cose.
Col piccolo schermo ritroviamo finalmente una storia Marvel degna di nota, perché la minaccia di Kang spaventa, ma non quanto quella di perdere le cose a cui tiene davvero. Così si concluderà il Redemption Arc del dio dell’inganno che Tom Hiddlestone si porta sul groppone da anni, in maniera sommessa ma trionfale, si può dire graduale, ma costante.
Se le lacrime erano scorse a fiumi nel vederlo inerme tra le dita di Thanos per provare a proteggere il suo popolo, ora l’emozione che ci riempie è la sua paura di perdere tutto
“Una volta mio fratello è tornato dalla terra, ed io credevo si fosse rammollito”, “Io so che Dio devo diventare”, queste e molte altre sono le frasi che ci fanno capire il cambiamento di Loki.
Ovviamente, il plauso va a tutta la compagnia, dove un magistrale Owen Wilson interpretata alla perfezione l’amico che ci sta vicino, nonostante siamo strani o diversi, così come Ouroboros che risolve ogni problema, e al contempo nessuno, girando in tondo, come un serpente che si morde la coda.
Poi, Meyers, incredibile e spaventoso come Colui Che Rimane, torna estremamente credibile come Victor Timely. Davvero sembra di vedere due persone diverse: una prova attoriale davvero potente. Davvero un peccato che probabilmente dovrà essere liquidato o al massimo subire un recasting. Però mi rendo anche conto che avere un attore con determinati problemi legal, non sia una cosa così semplice.
Ma torniamo all’indiscusso protagonista e ai suoi “Gloriosi Propositi”, titoli della prima puntata della prima stagione e dell’ultima puntata della seconda, che si richiudono in un cerchio perfetto costellato di valori, paure, sentimenti… ma in buona sostanza… di storie. Perché è di questo che si parla: storie che ci appassionano, ci commuovono e che hanno senso di essere tramandate e raccontate. Così, dopo ogni tentativo disperato, Loki si carica in spalla (non solo metaforicamente) tutto il peso del Multiverso, e attraverso una magia lo fa rifiorire, reclama il trono di Colui Che Rimane, non come principe usurpatore, né tantomeno con leggerezza, ma come un nuovo Yggdrasil, rigenerato dalla dura ma giusta responsabilità di un vero re. Egli diventa così il Dio delle storie, donando la possibilità ai suoi amici di vivere liberamente e scrivere il proprio destino.
Paragoni
Forse vi chiedere perché abbia scritto un solo articolo per paragonare, a mio parere, un capolavoro ed una pubblicità.
Perché mi ritengo davvero un grande fan della Casa delle Idee, e tolto il velo del fan dagli occhi, riconosco che persino le controparti cartacee non sono sempre state storie all’altezza.
Quindi, credo sia giusto avere una coesistenza tra quei prodotti di facile fruizione, segnaposti dimenticabili con l’unico scopo di prendere tempo e magari invogliarti ad aspettare la prossima uscita, e quei prodotti invece che non ti stanchi mai di guardare, quelle storie che ti trasmettono davvero qualcosa, che ti fanno emozionare, dove il lavoro autoriale si vede e si sente, dove TUTTI vogliono lasciare un solco nella memoria e nulla viene lasciato al caso o alla buona.
Quindi, se Loki ormai si è caricato sulle larghe spalle le storie del MCU, che questo riparta da ragazzi come Tom Holland (che fece il diavolo a quattro per aiutare il passaggio Sony-Disney) e ragazze come Iman, che ci crede e tiene davvero, tanto da lanciarsi persino nella carta stampata per provare a scrivere un fumetto del personaggio che interpreta.
Perché non tutte le storie hanno diritto ad essere ricordate, ma tutte hanno il dovere di essere narrate, magari bene.
About the author
Classe '90. Farmacista per sbaglio, noto accumulatore di giochi da tavolo. Nasce e cresce a suon di Marvel e Disney e tanto basta...