Benvenuti a Nerd’s Kitchen, la rubrica perfetta per viaggiare in tutti i mondi a partire dalla vostra cucina. Gesti semplici, ingredienti accuratamente selezionati compiranno la magia: portando in tavola la letteratura e i fumetti, i film e le serie più amati.

Per cominciare questa nuova avventura, l’omaggio a Tolkien mi è apparso naturale.

Infatti, sia ne Lo Hobbit che nel Signore degli Anelli, decine sono i riferimenti a colazioni, seconde colazioni, pranzi, cene e banchetti. Grande e ricorrente è l’interesse dell’autore per il cibo: un interesse che va oltre la mera necessità.

“Le descrizioni che l’autore fa dei pasti sono cariche di dettagli e trasporto, proprio a sottolineare il piacere che i suoi personaggi, e lui stesso, traggono dalla buona cucina”.
Non sappiamo che farcene delle avventure. Brutte fastidiose scomode cose! Fanno far tardi a cena!”

Come dimenticare la festa offerta da Bilbo per il suo compleanno, o l’inaspettato banchetto con cui si apre Lo Hobbit? Certamente il Piccolo popolo di Tolkien annovera tra le sue file Grandissimi amanti della buona tavola.

Le scene conviviali si rivelano fondamentali in tutta l’opera sia perché contribuiscono al procedere della narrazione, sia perché possiedono una vera e propria carica emotiva: “rinfrancano” e “appagano” lo spirito del lettore dopo crisi, colpi di scena, momenti di pericolo. Come il pasto a casa di Tom Bombadil e poi alla corte di Elrond a Gran Burrone o nella reggia di Theoden a Rohan.

“L’ospitalità è un gesto antico, che lega profondamente chi ospita e chi viene ospitato: segno di umanità e generosità.”

Proprio in questo contesto si inserisce il Lembas elfico che, offerto da Galadriel alla compagnia prima che si rimetta in marcia, racchiude un vero e proprio valore spirituale. E difatti il “Lenn mbass” letteralmente, Pane da Viaggio, viatico, era nutriente per le pance e per l’anima.

E allora il nostro viaggio non può che cominciare con questa ricetta. E così i sono chiesta: come si fa a replicare una ricetta che esiste solo nella fantasia? E ho deciso di affidarmi alla letteratura stessa per trarre quante più informazioni possibili ma anche di consultare altri studi.

Innanzitutto, com’era fatto questo Pan di Via?

"L'indomani mattina, […] apparvero degli Elfi carichi di provviste e abiti in dono per il viaggio. Gran parte del cibo consisteva in dolci estremamente sottili, di farina infornata, bruni all'esterno e all'interno di un bianco cremoso. Gimli ne prese uno guardandolo con aria sospettosa: "Gallette!", disse sottovoce, rompendo un angolino croccante e rosicchiandolo. La sua espressione cambiò tosto, ed egli divorò avidamente il resto del dolce.

"Basta, basta!" Esclamarono gli Elfi ridendo; "quel che hai mangiato è sufficiente per un lungo giorno di marcia."

"Credevo fosse solo un tipo di gallette, come quelle che preparano gli Uomini della Valle per i viaggi nelle zone selvagge."

"E infatti lo sono", risposero. "Ma noi le chiamiamo lembas o pan di via, e sono più nutrienti di qualsiasi cibo fatto dagli Uomini, e senza dubbio di gran lunga più gradevoli delle gallette". "Eccome!" esclamò Gimli.

Cosa evinciamo da questo passo in cui il Pan di Via è così ben descritto? Era dorato fuori, bianco crema all’interno, friabile, molto più gradevole di una galletta, incredibilmente nutriente. E continuando a leggere:

“I dolci rimarranno fragranti per parecchi giorni, se sono intatti e avvolti nei loro involucri di foglie, come ve li consegnarono. Uno solo di essi basta a sostenere un viaggiatore per un'intera giornata di faticoso cammino, fosse anche esso uno degli Alti Uomini di Minas Tirith."

Si tratta quindi di dolci, conservati in foglie e dalla lunga tenuta. Molto molto nutrienti.

Assaggiando, per restare in tema, le pagine del Silmarillion scopriamo non solo la loro origine ma anche qualche ingrediente.

“Solamente gli Eldar sapevano preparare questo cibo. Esso veniva preparato per il conforto di coloro che dovevano affrontare un lungo viaggio in zone selvagge, o a coloro che erano stati feriti e la cui vita era in pericolo. Solo a costoro era concesso di usarlo. Gli Eldar non lo davano mai agli Uomini, salvo ad alcuni che amavano, se questi ultimi erano in condizioni di grande necessità.

Gli Eldar dicono che avevano ricevuto questo cibo per la prima volta dai Valar agli inizi dei loro giorni, in occasione del Grande Viaggio. Infatti esso era preparato con un tipo di grano che Yavanna aveva fatto spuntare nei campi di Aman, e ne aveva inviato loro una certa quantità per mano di Orome per sostenerli durante la lunga marcia.”

Corn, è la parola usata nel testo inglese, non grano. E allora perché viene tradotta con grano e non con mais? Perché, in inglese antico, la parola corn identificava anche il frumento ed è molto plausibile che Tolkien prestasse all’elfico una parola della declinazione più arcaica dell’inglese. In più stando alla descrizione, il pan di via somiglia notevolmente agli Shortbread scozzesi, dei quali non la farina di mais, la corn flour, ma il suo amido, cornstarch è ingrediente distintivo. E anche la componente “bread” di entrambi i nomi dei dolci mi fa propendere per una somiglianza tra le due ricette.

E allora, amido di mais… e poi? Sicuramente non un grasso animale come lo strutto. Ho preferito scegliere ingredienti vegetariani se non quasi completamente vegani, ma nutrienti e di cui sono ricchi i boschi: il miele (o lo sciroppo d’acero) e le mandorle, in forma sia di farina che di latte, nutrienti, proteiche, profumate.

Poiché veniva da Yavanna ogni donna elfica di un certo rango aveva la facoltà di conservare e di donare il lembas; per il quale motivo essa veniva detta massanie o besain: la Signora, o colei che dà il pane.

E quindi di questo pane vi darò la ricetta.

Pronti, per compiere questo viaggio insieme a me?

LEMBAS,

Ricetta Elfica

  • Farina 00, 250 g
  • Amido di mas, 50 g
  • Farina di mandorle, 50 g
  • Burro, vegetale o vaccino, 125 g
  • Zucchero, 100 g
  • Sciroppo d’acero o miele, 20 ml
  • Latte di mandorla, 50 ml
  • Vanillina, 1 bustina
  • Sale, 1 pizzico
  • Mirtilli e lamelle di mandorla a piacere

1. Far ammorbidire il burro a temperatura ambiente almeno un’ora prima di iniziare. Tritate le mandorle se non si è comprato una farina già pronta.

2. Tagliare il burro a pezzetti e montarlo con zucchero e sciroppo d’acero.

3. Unire le farine, il sale e la vaniglia e mescolare con le dita, formando tanti bricioloni.

4. Aggiungere il latte e impastare brevemente a mano, solo il tempo di formare una pasta omogenea.

5. Riporre l’impasto in frigo per mezz’ora coperto da pellicola.

6. Trascorso il tempo, stendere la pasta dello spessore di circa 5 mm e con un coltello ricavare tanti quadrati. Inciderli uno per uno con la croce, tirando le linee con il coltello da angolo ad angolo del quadrato.

7. Disporre i Pan di Via così ottenuti su un foglio di carta forno e ancora un’ora in frigo. Questo è il magico trucco per non fargli perdere la forma! Intanto preriscaldare il forno a 160 gradi.

8. Trascorso il tempo del secondo riposo, spennellare i Lembas con latte di mandorla e cospargerli di zucchero. In forno per circa 25-30 minuti. Finché saranno dorati in superficie.

Non preoccupatevi se saranno ancora morbidi, induriranno raffreddando. Ben chiusi in un contenitore, saranno ottimi per molti giorni.

About the author

Mariapia Ricci
Collaboratrice | + posts

Mescolo ingredienti come fossero pozioni e scrivo ricette con il pathos di poesie. Non ho ancora capito se mi piace più la letteratura o la cucina.

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