Hello, amiche e amici del Capri Comics, ci sono Pokéfanatici tra di voi? Io lo sono di certo: amo il brand Pokémon sin dall’infanzia e non perdo mai l’occasione di acquistare i nuovi capitoli usciti. La nuova coppia di giochi usciti a novembre non fa eccezione: Pokémon Scarlatto e Violetto introducono la nona generazione Pokémon (diamine, siamo già alla nona?) con nuovissimi Pokémon e meccaniche e soprattutto una nuova storia, nella quale ci troveremo a frequentare l’Accademia Arancia in Scarlatto o l’Accademia Uva in Violetto.
Zaino in spalla, indossate il vostro cappello preferito e partite con noi in questo viaggio nella regione di Paldea!
Premessa: Bug e Glitch rendono il gioco ingiocabile?
Prima di addentrarci nel vivo della recensione, mi sembra doveroso fare questo appunto: io ho molto apprezzato i due titoli. Comprendo che questa affermazione potrebbe non essere condivisibile, ed il motivo è presto detto. I due giochi sono gravati da un comparto tecnico davvero pessimo, con bug e glitch in quantità, crash abbastanza frequenti e lag qua e là nella mappa di gioco. Le cause sono da imputare sia alle scarse potenzialità della Nintendo Switch sia forse ad un incompleto check durante lo sviluppo dei due titoli.
Questi problemi, a mio avviso, compromettono il divertimento? Assolutamente no. I bug e glitch sono una costante anche nei migliori videogiochi e il lag, per quanto fastidioso si manifesta solo in determinate situazioni, in particolare quando si creano Cerchie online e si gioca contemporaneamente nella stessa mappa. I giochi Pokémon hanno sempre appassionato grandi e piccoli e senza aver mai brillato né nel comparto tecnico né in quello grafico. Penso quindi che è più sensato slegarsi da questi preconcetti che altro non fanno se non creare dell’inutile pregiudizio su questi due giochi che, ripeto, sono comunque davvero apprezzabilissimi.
Il Gioco in breve
In Pokémon Scarlatto & Violetto vestiremo i panni di un nuovo iscritto all’Accademia Arancia o Uva. Dopo aver scelto uno dei tre starter, faremo la conoscenza di Koraidon (in Scarlatto) o Miraidon (in Violetto), due maestosi Pokémon che ci accompagneranno nel corso del nostro viaggio come Cavalcature. Essi sostituiranno quindi la classica Bicicletta, nonché le care vecchie MN come Surf.
Scopriremo ben presto che l’Accademia gioca un ruolo secondario nell’intera avventura, dato che l’attività preferita di ogni studente è la cosiddetta “ricerca dei tesori”, un viaggio lungo la regione alla ricerca del proprio tesoro personale, che sia un traguardo raggiunto, un bagaglio di ricordi coi propri amici o un vero e proprio tesoro materiale.
Durante la nostra ricerca dei tesori avremo tre obiettivi fondamentali: la nostra amica e rivale Nemi ci chiederà di partecipare con lei alla lotta alle Palestre per divenire Campioni della Lega Pokémon (obiettivo abbastanza in linea coi giochi precedenti), mentre il giovane Pepe ci chiederà di aiutarlo a sconfiggere i Pokémon dominanti per trovare delle rare spezie con cui preparare dei fantastici panini. Infine, una misteriosa entità chiamata Cassiopea ci obbligherà ad affrontare i membri del Team Star, un gruppo di bulli che semina caos all’interno dell’Accademia e che possiede delle basi sparse per la regione.
Le meccaniche di gioco
C’è da dire che questi due giochi hanno introdotto davvero moltissime nuove meccaniche, tanto che è difficile tenere il passo. Parlerò quindi solo di alcune di esse.
Partiamo col dire che i giochi sono degli Open World: non ci viene infatti imposto nessun ordine nell’affrontare le tre missioni affidateci. Affrontare le Palestre ci permette di comandare Pokémon più forti, mentre sconfiggere i dominanti ci dona nuove abilità motorie per il nostro Pokémon Cavalcatura. A mio avviso, tuttavia, questo sistema poteva essere migliorato: infatti, nonostante questa apparente libertà, siamo obbligati a seguire un certo ordine perché alcuni avversari sono nettamente più forti di altri. Si rischia quindi di affrontare un avversario davvero complesso prima e successivamente uno molto più debole perché si è scelto un ordine diverso da quello immaginato dagli sviluppatori. Avrebbe avuto, a mio avviso, più senso prevedere che ogni Capopalestra o avversario adattasse il proprio livello in base al numero di medaglie in possesso dei giocatori, in modo da poter decidere con maggiore libertà come affrontare il viaggio.
Come accadeva in Leggende Pokémon: Arceus, non esiste più il concetto di “Erba alta”: i Pokémon selvatici ci appariranno davanti e potremo vederli prima di affrontarli. Inoltre, è aggiunta una funzione per liberare il proprio Pokémon nell’overworld: questo ci seguirà, affronterà i Pokémon selvatici in lotte automatiche (ciò rende molto più semplice allenare la propria squadra) e raccoglierà oggetti per noi.
Concetto molto interessante riguarda il gioco online: attraverso la creazione di “Cerchie” è possibile giocare l’intera avventura con i propri amici. Qualora dovessimo farlo, avviene una sorta di fusione dei mondi dei giocatori, in quanto i Pokémon selvatici andranno condivisi coi compagni, mentre, per quanto riguarda gli Allenatori e le missioni, queste rimarranno vincolate al singolo giocatore. Quindi se ad esempio io entro in una Cerchia ed affronto un Allenatore, questo verrà considerato sconfitto nel mio mondo (e rimarrà sconfitto anche quando la Cerchia sarà sciolta), ma rimarrà disponibile per gli altri. Stare in una Cerchia, inoltre, ci permette di partecipare ai Pic-nic e preparare panini con altri giocatori: questo dona diversi poteri come aumentare l’esperienza o schiudere le uova in meno tempo.
I Pokemon di Paldea
La nona generazione, a mio avviso, è divisa a metà: ci sono Pokémon davvero fantastici sia nel design sia competitivamente parlando, mentre altri sono davvero dimenticabilissimi.
Un punto a favore di questa generazione riguarda l’elevata unicità dei Pokémon: se nelle generazioni passate, infatti, avevamo Pokémon che si evolvevano esclusivamente per livello, scambio o tramite pietre evolutive, in questa generazione i metodi evolutivi sono davvero variegati. Spesso abbiamo Pokémon con mosse e abilità uniche di quella specifica linea evolutiva, come nel caso di Houndstone e la sua mossa “Onore ai KO” oppure l’abilità “Supercambio” di Palafin.
Per i fan nostalgici alcuni vecchi Pokémon ottengono una evoluzione: è il caso di Primeape che si evolve in Annihilape usando per venti volte “Pugno Furibondo”, o anche Bisharp, che si evolve in Kingambit sconfiggendo altri tre Bisharp.
Tornano le forme regionali, come Wooper di tipo Terra/Veleno e Tauros, che ha addirittura 3 forme. Tuttavia, abbiamo anche dei Pokémon dall’aspetto simile ad alcuni già esistenti ma con nomi e tipi diversi: è il caso ad esempio di Toedscool, Pokèmon fungo di tipo Erba/Terra che ricorda il Pokémon Medusa Tentacool. Quest’ultima scelta l’ho trovata un po’ insensata: non capisco infatti perché prevedere sia le forme regionali sia questi particolari Pokémon. A mio avviso avrei scelto e mantenuto solo una di queste due categorie.
Infine possiamo trovare i Pokémon Paradosso, versioni preistoriche (in Scarlatto) o futuristiche (in Violetto) di Pokémon già esistenti. Per evitare spoilers non parlerò di questi ultimi, ma sappiate che sono davvero singolari.
In conclusione
Il paragone tra questi due titoli e il precedente “Leggende Pokémon Arceus” è infattibile. Quest’ultimo infatti vince il confronto per longevità, modalità di gioco e (a mio avviso) anche per i Pokémon regionali. Come di evince dalla lunghezza dell’articolo, inoltre, parlare di questi due giochi è davvero complesso: sono state introdotte tante nuove meccaniche di gioco, oggetti, abilità, mosse ecc. Che parlarne richiederebbe davvero troppo. Vi consiglio quindi di procurarvi la vostra copia di Pokémon Scarlatto & Violetto e di provarla anche voi, così da vedere se i giochi meritano davvero le critiche ricevute o se, come spesso accade, si tratta di un grosso fuoco di paglia.
Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti. E mi raccomando…
About the author
Classe '96. Laurea in Economia Aziendale (non proprio correlata). Appassionato di anime e di ogni prodotto che abbia anche solo un minimo di roleplay. Dungeon Master a tempo perso. Avido videogiocatore e lettore. Particolarmente attratto da libri e giochi sconosciuti.