Si ritorna a Monkey Island!

E questa volta con Ron Gilbert, idolo degli appassionati dei punta e clicca e “padre” di Guybrush Threepwood, il Fantasma Le Chuck e tutti i pittoreschi pirati che abbiamo amato negli ultimi 30 anni.

Un annuncio bomba come un barile di grog che esplode

Il 4 Aprile, appare improvvisamente sul sito Return to Monkey Island | Coming 2022 un teaser trailer. Pochissime le informazioni a disposizione, innanzitutto che il gioco uscirà quest’anno sotto le insegne della Lucasfilm Games, la Devolver Digital e Terrible Toybox, la software house di Gilbert. Un annuncio che sembra improvviso, ma Gilbert aveva lasciato intuire qualcosa sul suo blog grumpygamer.com il 1 Aprile:

“For 18 years the Grumpy Gamer blog has been April Fools’ day free because it’s a stupid tradition. So to mix things up a little I’m taking this opportunity to announce I’ve decided to make another Monkey Island.”

E Gilbert è famoso per odiare i pesci d’aprile. Ed infatti dopo pochi giorni la conferma:

I felt bad about the April Fools’ joke so over the weekend I whipped up the game so no one was disappointed.

Ed in un successivo tweet quel geniaccio di Gilbert ha rivelato che lo sviluppo procede in gran segreto (del resto chi meglio di lui sa mantenere i segreti) da ben due anni.

Ron Gilbert

E chissà se è un caso un suo tweet del 2013 in cui dichiarò che se avesse realizzato un  nuovo  Monkey Island lo avrebbe annunciato il 1 Aprile. Insomma un vero e proprio puzzle che oggi vede inserire un nuovo e decisivo tassello.

Un po’ di storia

Gilbert ha sempre dichiarato che avrebbe pubblicato un nuovo episodio della saga solo se la Lucasfilm (ergo Disney) gli avrebbe ceduto la proprietà intellettuale, ed adesso non è chiaro quali saranno le tre sinergie fra le tre compagnie impegnate nel progetto. L’estro di Gilbert, l’esplosività di Devolver Digital sicuramente terranno testa ad alcune proposte  blande della Lucasfilm Games – Disney. La saga si può dividere in 4 fasi ben distinte. I primi due capitoli, The Secret of Monkey Island e Monkey Island II: Le Chuck Revenge pilotati dalla celebre interfaccia SCUMM, in pixel art con sfondi creati a mano (e riproposte negli ultimi anni in remaster con cartoon graphic) che sono gli unici due capitoli “veri” per i puristi.

Dopo questi due capolavori, Gilbert passa la mano ad altri game designer che sfornano il gradevole The Curse of Monkey Island il primo in cartoon graphic, molto bello da vedere e da giocare ma mancava il tocco del geniaccio Ron. La serie crolla poi a picco (scusate lo sfogo da gamer invecchiato male) con Escape from Monkey Island, un osceno accrocco in 3d con fondali statici  che i puristi preferiscono rimuovere dalla memoria per la trama poco frizzante e per il fatto che muovere Guybrush fra gli scenari era una vera  e propria spina nel sedere. E nel 2009 esce Tales from Monkey Island in formato episodico tipico della casa di produzione della software house californiana. Carino a tratti ma i puzzle (il caposaldo di Monkey Island) potevano solo fare un baffo a chi circa 30 anni fa su Amiga o Pc navigava disperatamente con il cursore alla ricerca di oggetti ed hotspot provando ogni sorta di combinazione illogica, chi non ricorda la famosa Monkey Wrench del secondo capitolo, che, ai tempi in cui internet esisteva, riuscì ad affossare i sogni di gloria di molti che giocavano con la traduzione italiana ed erano alla ricerca del misterioso tesoro Big Whoop.

Copertina del primo Monkey Island, illustrazione di Steve Purcell

Cosa ci aspettiamo?

Quando c’è Ron Gilbert in mezzo le aspettative sono altissime, ma la risposta non può essere che un misterioso ed enigmatico “Boh?”. Probabilmente, chi ha seguito nell’ultimo trentennio il Grumpy Gamer, crede (o piuttosto spera) che Return To Monkey Island riprenderà la storia da dove si è conclusa nel secondo capitolo, come del resto ha fatto intendere sempre l’autore. Ma sempre su Twitter il criptico Ron ha dichiarato che il terzo capitolo, The Curse of Monkey Island non uscirà dal canon della saga. Ciò si poteva intuire dal teaser dove compare un vecchio amico di Guybrush. Sempre dal breve trailer si può evincere che purtroppo il gioco non sarà in pixel art, come l’eccellente Thimbleweed Park di alcuni anni fa che ha fatto riaccendere l’ardore dei puristi dei punta e clicca, ma si è optato per una grafica più stilizzata. I fan più sfegatati stanno già offrendo sacrifici alla Voodoo Lady affinché gli enigmi ed i dialoghi a scelta multipla, fra le varie battute e situazioni da sganasciarsi dalle risate,  non facciano sconti a nessuno e regalino ore di irripetibili  imprecazioni con marcato accento piratesco, ed ovviamente aspettiamo anche i celeberrimi duelli di insulti. Intanto l’hype è a mille fra la coriacea community di questo genere che nel corso degli ultimi trenta e passa anni ha visto alti e bassi. Chi di voi non ha giocato i precedenti capitoli della saga li vada immediatamente a recuperare, è un ordine tassativo! Almeno i primi due!

Preparate uncini, tricorni, gambe di legno, casse da morto,  banane, polli di gomma, cotton fioc giganti e quant’altro, affilate le vostre lame e le vostre lingue biforcute da pirati perchè da qui ad otto mesi potrebbero servirvi da un momento all’altro.

Ci vediamo allo Scumm Bar per un bel Grog.

About the author

Redattore | + posts

Nato un annetto prima di Space Invaders, appassionato di PC Gaming, simpaticamente ostile alle console. Giornalista pubblicista, laureato in Lingue e Civiltà Orientali. Ha letto tre fumetti al massimo in vita sua, ma è quasi sicuro che gli Avengers siano della Marvel.

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