Amiche e amici del Capri Comics, precisamente 18 anni fa compariva nel panorama videoludico mondiale The Elder Scrolls IV: Oblivion, Action RPG della Bethesda Game Studios che ancora oggi resta nel cuore di molti giocatori di vecchia data.

Il quarto capitolo della saga Elder Scrolls è ancora oggi considerato uno dei migliori titoli del genere, assieme al suo sequel, The Elder Scrolls V: Skyrim. Ma la domanda che oggi mi e vi pongo, è la seguente: Oblivion è ancora un titolo di successo o vive di una gloria immeritata?

L’avventura dell’Eroe di Kvach

Nella regione di Cyrodil, cuore pulsante dell’Impero di Tamriel, un prigioniero si trova casualmente invischiato nell’attentato all’imperatore Uriel Septim VII, a causa di una setta segreta chiamata “La Mitica Alba”. A seguito della sua morte, sulla terra iniziano ad apparire portali che collegano il piano terreno con l’Oblivion, la dimensione dove abitano le creature demoniache note come Daedra. Il protagonista verrà perdonato dei suoi crimini e sarà iniziato alle Blade, un ordine di cavalieri al servizio dell’imperatore. Come Blade, la sua missione sarà cercare il discendente dell’Imperatore per coprire il posto lasciato vacante, e contemporaneamente, salvare le contee di Cyrodil dalla minaccia Daedra. Questo gli varrà il titolo di Eroe di Kvach (dal nome della prima città distrutta dai Daedra) e infine di Campione di Cyrodil, un titolo unico per il più grande difensore dell’impero.

Come in Skyrim, anche in Oblivion esistono diverse gilde a cui potremo partecipare (e delle quali potremo anche diventare massimi esponenti):

  • La Gilda dei Guerrieri, un gruppo di mercenari alle prese con una banda rivale in grado di far fronte a tutti i lavori in modo fin troppo efficiente;
  • L’Università Arcana, sede della gilda dei maghi che deve fronteggiare la minaccia del negromante noto come Il Re dei Vermi e dei suoi seguaci;
  • La Gilda dei Ladri, con a capo la misteriosa figura nota come “La Volpe Grigia”, impegnati nel rubare ai più facoltosi tesori e ricchezze di ogni genere;
  • La Confraternita Oscura, la gilda degli assassini che, seguendo i dettami della dea Sithis, semina il panico nella regione portando a termine assassinii su commissione.

I difetti di Oblivion e la sua concorrenza

Quindi, sebbene Oblivion abbia ancora molto da raccontare, c’è anche da dire che la concorrenza, ad oggi, è davvero elevata rispetto al periodo della sua uscita.

Degni di menzione sono sicuramente i molteplici bug di gioco, purtroppo una costante in tutti i giochi Bethesda, e che talvolta rendono alcune missioni impossibili da completare.

A distanza di anni, sento però il vero anello debole del titolo sia il suo gameplay, abbastanza obsoleto per i titoli odierni. Lo stesso sequel di Oblivion, Skyrim, è spesso preferito dalla critica, in particolare per le sue migliorie grafiche e di gameplay. Altro titolo che, pur avendo una trama ugualmente lunga e complessa, gode di un miglior Gameplay, è la saga di Dragon Age, specialmente il suo ultimo capitolo Inquisition.

Se rivolgiamo la nostra attenzione al Giappone abbiamo a che fare con i lavori di From Software, ossia la saga “Souls” e “Bloodborne”, che oltre ad avere un gameplay nettamente superiore, godono di un grado di sfida maggiore e di una trama forse ancora più intrigante.

Alla fine, quindi, vale la pena giocare ad Oblivion nel 2023?

Ho rigiocato il titolo recentemente e la risposta è: assolutamente sì.

Il titolo certo non gode del successo o del lustro che aveva in passato, principalmente per i suoi molteplici difetti e complessità.

Io stesso, avendolo ripreso, sono rimasto stranito da alcune meccaniche di gioco a mio avviso un po’ obsolete. Tuttavia, se si riesce a superare questa barriera, il gioco offre ancora una esperienza di intrattenimento davvero ricca.

Perciò, a chi non lo conosceva, consiglio vivamente di provarlo.

Al netto dei difetti, non ve ne pentirete.

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Classe '96. Laurea in Economia Aziendale (non proprio correlata). Appassionato di anime e di ogni prodotto che abbia anche solo un minimo di roleplay. Dungeon Master a tempo perso. Avido videogiocatore e lettore. Particolarmente attratto da libri e giochi sconosciuti.

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