Un tema che non passa mai di moda: chi è il vero nemico? “Nimona” e “Il mostro dei mari”

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Amiche e amici di Capri Comics, oggi vi andremo a parlare di due di film targati Netflix, Nimona e Il mostro dei mari, che, seppur ambientati in due mondi diversi, sono accomunati da un tema sempre attuale: capire chi è il reale antagonista della storia.

Trame, ambientazioni e comparto artistico

Nimona di Nick Bruno e Troy Quane, prodotto da Annapurna Pictures, è tratto dall’omonimo web-comic di ND Stevenson ed è ambientato in un regno medioevale-futuristico, in cui coesistono spade e smartphone. Il protagonista è Ballister Blackheart, un cavaliere che proprio durante la sua cerimonia d’investitura viene accusato di aver assassinato la sovrana del regno. Costretto alla fuga e a nascondersi in una torre diroccata, un giorno riceve la visita di una misteriosa ragazza, Nimona. Influenzata dal pregiudizio della gente che lo vede come un cattivo, lei si offre di diventare la sua spalla e questo darà il via ad una serie di rocamboleschi tentativi di riabilitare il nome del cavaliere e svelare il mistero dietro la morte della regina.

Oltre ad un’ambientazione affascinante, una trama coinvolgente e uno stile che sembra ricalcare quello dei primi film della Dreamworks, il film è impreziosito da un comparto grafico in Self Shading molto colorato che mescola 3d e 2d, dando l’impressione di star guardando un vero e proprio fumetto animato.

Ne Il mostro dei mari di Chris Williams e Netflix Animation, invece abbiamo una storia un po’ più semplice: ci troviamo in un contesto marittimo di stampo seicentesco noto come il regno dei Tre Ponti, dove per far fronte alla costante minaccia dei mostri marini vengono inviati dei cacciatori a combatterli. Tra questi il più famoso è il Capitano Crow con la sua nave chiamata l’”Inevitabile”, insieme al suo secondo in comando Jacob Holland. Il capitano è sulle tracce di una creatura in particolare: la Furia Rossa, che si dice sia la più potente di tutte, tanto da essere temuta persino dai regnanti del posto.

Anche in questo film si nota un rimando alla Dreamworks e la storia può comunque sapere di già visto, tuttavia è curato al dettaglio ed intrattiene più che bene, anche se utilizzando una grafica 3d “classica”. Una ulteriore nota di merito che si può fare a questo film è il design dei mostri, che trae spunto dalle vere illustrazioni dell’epoca fatte su mappe e scritti per rappresentare balene ed altri animali. In più anche se ci troviamo in un contesto fantastico con i suoi elementi caratteristici, gli sfondi, le architetture e i vari elementi scenografici ricalcano molto fedelmente quelli del periodo storico a cui si ispira, rendendo il tutto molto credibile.

Due film, un unico messaggio

Come detto inizialmente, questi due film sono accomunati dalla stessa tematica: chi è davvero il mostro? Chi ha l’aspetto o chi agisce come tale? Anche se già trattato in molte altre storie, è un argomento che trovo sempre attuale ed affascinante, dato che pregiudizi e razzismo sono delle realtà sempre presenti nella nostra storia, così come ai nostri giorni. Nimona ci mostra questa tematica sotto un’ottica più sociale ma soprattutto culturale, con la gente che è abituata per secoli a vedere in tutto ciò che è diverso o che va ad intaccare il loro stile di vita, qualcosa di pericoloso, rendendola spesso restia al cambiamento. Un esempio di questa resistenza può essere visto già nel caso di Ballister, che essendo un cittadino comune non è ben visto come cavaliere, per cui è bastata la prima occasione per tacciarlo per qualcosa che non è.

Per quanto riguarda Il mostro dei mari il messaggio viene veicolato in un’ottica più ecologista, sottolineando mostri che semplicemente agiscono di conseguenza alle azioni degli esseri umani. In entrambi i casi i pregiudizi sono generati dall’ignoranza e dalla paura dell’ignoto, veicolati spesso dai potenti per creare dei perfetti capri espiatori per giustificare le loro nefandezze o paranoie.

Il messaggio che entrambi i film vogliono mandarci si può riassumere non solo con il classico “sono le scelte a dire se uno è buono o cattivo, non l’aspetto o l’origine” ma anche con “la conoscenza e la volontà di comprendere quello che la società taccia come mostro o nemico sono la vera chiave per superare il pregiudizio e la paura, in modo da risolvere il problema nel modo migliore”.

In conclusione si tratta di due film che, pur nella loro semplicità riescono a far passare un momento di spensieratezza e relax, magari facendo riemergere ricordi di qualche titolo d’infanzia, ma che ci invitano comunque a riflettere su un argomento che oggigiorno non dovrebbe essere più dato per scontato.

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Classe ’96. Appassionato di antichità e laureato in Archeologia e Storia delle Arti. Amante del fantasy, dai libri ai GDR, e con l’hobby del disegno. Quando vide la sua prima miniatura dipinta a mano fu un colpo di fulmine: da allora, la sua spada è il suo pennello, con cui dipinge le sue armate.

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