Amiche e amici del Capri Comics, quale mese migliore di ottobre per raccontarsi storie di paura? Infatti oggi inauguriamo il mese con una recensione di You like it darker, l’ultima raccolta di racconti di Stephen King, edita da Sperling&Kupfer. Pronti a fare un salto nel buio?

Ho iniziato a leggere Stephen King qualche anno fa con una raccolta di racconti, Quattro dopo mezzanotte, presa in prestito da una piccola biblioteca: da appassionata di letteratura horror mi aveva incuriosito la promessa di storie spaventose da leggere al buio. Da allora, stregata da quelle storie da brivido, ho letto molte altre opere dalla prolifica penna di quello che nel tempo è diventato il mio autore preferito, scoprendo storie indimenticabili che vanno oltre l’horror.

Nonostante sia autore di bellissimi romanzi che ho amato, a parer mio King dà il meglio di sé con i racconti brevi, quindi le mie aspettative erano molto alte quando sono uscita dalla libreria con in mano una copia di You like it darker, la sua ultima antologia, e alla fine della lettura non sono rimasta per niente delusa.

Si tratta di un’antologia di 12 racconti, alcuni già usciti su riviste e in formato ebook, altri, tra cui uno dei più bei racconti di King che abbia letto finora, completamente inediti. I racconti toccano diverse tematiche, tipiche della narrativa di King, con richiami a precedenti romanzi, luoghi e anche personaggi cari all’autore. Tra le pagine della raccolta troviamo paranormale, sci-fi, creature aliene, incubi e sogni rivelatori, racchiusi in storie che guideranno il lettore in un vero e proprio salto nell’oscurità.

Nonostante l’età, più di 50 anni di carriera e molto più di 50 titoli pubblicati, King non perde colpi e ho apprezzato quasi tutti i racconti dell’antologia. Tre in particolare mi hanno davvero colpito, un paio li ho trovati un pò noiosi e banali, ma in generale tutte le storie sono ben scritte e ben collegate tra loro dal filo conduttore della paura che spesso è in agguato tra gli aspetti più banali e ‘normali’ della vita quotidiana. Nella postfazione del romanzo King cita L’incubo di Hill House di Shirley Jackson: «Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà» e credo che questa citazione descriva al meglio questo fil-rouge tra le varie storie che, pur essendo molto diverse tra loro, si intrecciano alla perfezione.

Non starò qui a parlarvi nel dettaglio di tutti i racconti della raccolta, ma spreco due parole in più su quelli che mi hanno colpito in modo particolare: L’incubo di Danny Coughlin, Serpenti a sonagli e L’uomo delle risposte.

L’incubo di Danny Coughlin

“Che cosa succederebbe se un uomo avesse un unico flash psichico? Un sogno che gli mostrasse dov’è sepolto un corpo? Gli crederebbero o penserebbero che sia lui l’assassino?” Questa è la domanda che si pone King, come racconta lui stesso nella postfazione, e la ricerca della risposta lo guida nella scrittura di uno dei suoi racconti più belli. Più che un racconto, parliamo di novella breve data la lunghezza del racconto, che conta ben 150 pagine.

Danny Coughlin, il protagonista, in un sogno particolarmente vivido, vede il cadavere di una donna parzialmente seppellito in una stazione di servizio abbandonata, riuscendo poi, al risveglio, a trovarlo proprio nel punto da lui sognato, dove, proprio come nel sogno, un cane randagio la sta dissotterrando. Danny decide quindi di contattare anonimamente la polizia con un telefono usa e getta, spinto da uno scrupolo di coscienza, ma viene subito individuato e sospettato dell’assassinio ed inizia per lui il vero e proprio incubo.

Questo è stato senza dubbio il mio racconto preferito della raccolta, coinvolgente e scritto benissimo, con personaggi molto interessanti e ben caratterizzati, primo fra tutti l’ossessivo ispettore Jalbert, chiaro riferimento a Javert, antagonista di Les Miserables di Hugo, personaggio a cui l’autore si è ispirato.

Nonostante parta da un elemento surreale come un sogno premonitore, la storia risulta estremamente realistica e l’elemento davvero spaventoso non sono gli incubi straordinariamente vividi di Danny bensì proprio l’ossessione dell’ispettore, ligio al dovere in modo talmente maniacale da arrivare lui stesso ad infrangere la legge che così ossessivamente vuole far rispettare.

Serpenti a sonagli

Questo racconto è stato quello che più mi ha spaventato, complice il fatto di averlo letto di sera prima di andare a dormire (non fatelo), e proprio per questo lo considero uno dei migliori dell’antologia. Mi ha tenuta col fiato sospeso fino all’ultima pagina (e ho avuto serie difficoltà ad addormentarmi dopo) ma forse lo avrei apprezzato un po’ di più se avessi letto prima Cujo, romanzo che devo ancora recuperare, pur conoscendo la storia grazie al film.

In Serpenti a sonagli ritroviamo Vic Trenton, uno dei personaggi di Cujo, padre del piccolo Tad, molti anni dopo gli eventi narrati in Cujo. Vic è ormai in pensione e si sta godendo l’estate ospite nella casa di un amico a Rattlesnake Key, una piccola isola in Florida. Nella zona l’unica vicina di casa di Vic è l’anziana Allie Bell, una donna che vive sola e porta sempre con sé un passeggino per gemelli con vestiti da bambini appoggiati sulle sedute, comportandosi come se con lei fossero sempre presenti i suoi due figli, morti tragicamente molti anni prima. Allie parla e gioca con loro, li sgrida, cambia loro i vestiti e li porta sempre in giro, nonostante il suo passeggino sia sempre vuoto, o almeno così sembra…

Serpenti a sonagli non è solo una storia horror ben riuscita ma anche una riflessione sulla perdita e il superamento del lutto e su quanto sia importante lasciar andare il dolore senza però dimenticare.

L’uomo delle risposte

King scrisse le prime righe di questo racconto quando aveva trent’anni e lo ha concluso a settantacinque. Frugando tra i suoi vecchi scritti, suo nipote si è imbattuto nelle prime pagine di questa storia lasciata incompiuta e ha spinto l’autore a concluderla. Leggendo si percepisce il passaggio del tempo, come se il protagonista fosse cresciuto e invecchiato assieme all’autore.

Il protagonista è Phil, un giovane avvocato, fresco di laurea, che si trova a dover prendere una difficile decisione per la sua carriera e il suo futuro. Durante un viaggio in macchina, sul ciglio della strada si imbatte in un uomo che si presenta come l’Uomo delle risposte, promettendogli risposte a ogni sua domanda al prezzo di 25 dollari per 5 minuti. Phil accetta e l’uomo delle risposte, dotato di preveggenza, lo aiuta a superare il suo dilemma rispondendo ad alcune domande sul suo futuro. Passeranno gli anni e i due si incontreranno altre volte, in concomitanza di momenti importanti della vita di Phil, che capirà a sue spese che alcune risposte a volte sarebbe meglio non conoscerle.

In conclusione

Oltre ai tre racconti sopra citati ho trovato molto piacevoli ed anche divertenti da leggere Finn e Lungo Slide Inn Road, Il quinto passo è riuscito a lasciarmi a bocca aperta in sole dieci pagine e ho adorato le atmosfere un po’ Lovecraftiane de I sognatori. Mi è piaciuto molto anche il racconto di apertura della raccolta, Due bastardi di talento, pur non essendo amante delle storie sugli alieni mentre, parlando sempre di alieni, ho trovato abbastanza noioso Lo schermo rosso, così come Laurie, che mi è sembrato un po’ sottotono rispetto al resto dei racconti, pur essendo ben scritto.

In generale You like it darker è un’ottima antologia, che consiglio soprattutto a chi non ha mai letto nulla di King, in quanto tra questi racconti si può trovare un po’ tutto ciò che caratterizza la sua narrativa e lo rende ancora oggi uno dei migliori scrittori in circolazione.

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Classe '97. Laureata in e appassionata di lingue e letterature europee. Social media manager per sbaglio, aspirante traduttrice, divoratrice seriale di libri. Giocatrice di ruolo, collezionista di dadi, amante di cinema e giochi da tavolo.

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